Mentre ascolto e guardo Vasco, Paolo Bonolis cita un suo suggerimento: “Perché non inserire nelle scuole un’ora di solitudine?” E in effetti, se ci si pensa, come mai nessuno ha mai pensato di insegnare ai bambini a respirare un po’ di solitudine? Sarebbe bello se sin da piccoli imparassimo a stare da soli con noi stessi, visto che nella vita ci capiterà così spesso.
Siamo soli, lo siamo sempre stati e sempre lo saremo.
In mezzo a tanta gente, eppure soli. Quindi perché non imparare a stare in compagnia con la nostra solitudine? Un sogno quasi irrealizzabile, visto che la regola numero uno del vivere è socializzare. Se ci estraniamo, siamo appunto strani, anormali, atipici, diversi. Via! Immediatamente espulsi dal branco. Sicuramente abbiamo bisogno di un analista. Certamente abbiamo avuto un’infanzia difficile e chissà quali traumi, shock, abusi, abbandoni. E se invece semplicemente necessitassimo di un po’ di silenzio interiore, ma anche esteriore, per moderare i toni del caos e del rumore quotidiano?
Concludo con questa riflessione e, mentre vi auguro buone vacanze, mi piace immaginare che quest’estate ognuno di noi riesca a ritagliarsi dello spazio per sé, e per sé soltanto, dove restare in pace, in compagnia di se stessi e nessun altro, niente altro.
Regaliamoci un po’ di quiete interiore, risparmiamo del tempo per noi, solo per noi.
Che sia un minuto, un’ora, una giornata, viviamo autenticamente in noi e per noi soltanto.
Personalmente avrei preferito essere educata alla solitudine perché quando mi sono rapportata con essa ho avuto grandi difficoltà. Aveva per me una valenza esclusivamente negativa e scomoda.
Con grande sofferenza, la solitudine è poi diventata una grande amica consigliera,con la quale mi consolo e mi rigenero,un rifugio e una necessità! E da malinconia che era si è trasformata in gioia e piacere.
Ma ci vuole molto esercizio e dedizione per raggiungere certi risultati!
Emanuela
Ho conosciuto la solitudine molto presto nella mia infanzia, che mi ha reso insicura e fragile.
Solo crescendo ho compreso l’importanza del silenzio e del raccoglimento al fine di concedere la giusta attenzione al proprio mondo interiore. Ho cominciato nel lontano 1994 con la meditazione trascendentale e non ho più smesso. Oggi medito molto meno di un tempo, ma i momenti in solitudine sono tanti e non mi pesano, anzi, li ricerco costantemente quando la mia mente è oberata di pensieri e parole inutili, miei e degli altri. Non potrei vivere senza.
Grazie per la condivisione Emanuela. Un abbraccio solitario ma ricco, ricco, di bene grande a te!