Mentre ascolto e guardo Vasco, Paolo Bonolis cita un suo suggerimento: “Perché non inserire nelle scuole un’ora di solitudine?” E in effetti, se ci si pensa, come mai nessuno ha mai pensato di insegnare ai bambini a respirare un po’ di solitudine? Sarebbe bello se sin da piccoli imparassimo a stare da soli con noi stessi, visto che nella vita ci capiterà così spesso.

Siamo soli, lo siamo sempre stati e sempre lo saremo.

In mezzo a tanta gente, eppure soli. Quindi perché non imparare a stare in compagnia con la nostra solitudine? Un sogno quasi irrealizzabile, visto che la regola numero uno del vivere è socializzare. Se ci estraniamo, siamo appunto strani, anormali, atipici, diversi. Via! Immediatamente espulsi dal branco. Sicuramente abbiamo bisogno di un analista. Certamente abbiamo avuto un’infanzia difficile e chissà quali traumi, shock, abusi, abbandoni. E se invece semplicemente necessitassimo di un po’ di silenzio interiore, ma anche esteriore, per moderare i toni del caos e del rumore quotidiano?

Concludo con questa riflessione e, mentre vi auguro buone vacanze, mi piace immaginare che quest’estate ognuno di noi riesca a ritagliarsi dello spazio per sé, e per sé soltanto, dove restare in pace, in compagnia di se stessi e nessun altro, niente altro.

Regaliamoci un po’ di quiete interiore, risparmiamo del tempo per noi, solo per noi.
Che sia un minuto, un’ora, una giornata, viviamo autenticamente in noi e per noi soltanto.