« Un Maestro spirituale ha grandi poteri, siamo d’accordo, ma ci sono cose che non può fare. Per esempio non può mangiare al vostro posto. Può darvi del cibo, ma siete voi che dovete mangiare. E se dite: «No, no, voglio che sia il Maestro a mangiare per me», sarà lui a rafforzarsi mentre voi deperirete.
Se decidete di seguire un Maestro, non crediate che egli vi trasformerà o risolverà i vostri problemi. Un Maestro non farà il vostro lavoro: farà il suo, che è quello di darvi tutti i materiali necessari alla costruzione del vostro tempio interiore; vi darà perfino cemento e chiodi – simbolicamente parlando – ma in seguito sarete voi a dover lavorare, non sarà lui a costruire il vostro tempio. Quando il discepolo di un insegnamento spirituale fa lo sforzo di capire qual è il lavoro del suo Maestro e quale invece deve essere il proprio lavoro, è già un grande progresso. »
(Omraam Mikhaël Aïvanhov)
E’ possibile ricevere i Pensieri del giorno di Aïvanhov via mail ogni giorno gratuitamente a chi lo richiede e vi consiglio di farlo poiché le sue argomentazioni spesso offrono interessanti spunti di riflessione. Aïvanhov è stato un esoterista e pedagogo bulgaro inserito nella tradizione spiritualista giudaico-cristiana e universalista della “Scuola bulgara” di Peter Deunov, deceduto il giorno di Natale del 1986 a Frejus in Francia.
Riporto il Pensiero del giorno di martedì 9 giugno, in quanto concordo pienamente con il suo assunto. Il Maestro spirituale attraverso il suo sapere, la sua esperienza e soprattutto il suo esempio consegna al discepolo degli strumenti che egli dovrebbe accettare e fare suoi, dopo un’attenta valutazione e selezione. Sarebbe auspicabile che il discepolo trattenesse unicamente ciò che in lui risuona come giusto e compatibile con il proprio sentire, per trasformare l’insegnamento del Maestro in un suo tempio personale. Quante volte diamo la colpa o la responsabilità ai nostri Maestri spirituali senza accorgerci che in noi vi è la forza, il volere e il potere magico della trasmutazione della nostra realtà interiore nonché esteriore. Il primo passo è quindi quello di fare lo sforzo di capire qual è il lavoro del Maestro e quale invece deve essere il nostro lavoro.
Come dice Aïvanhov questo sarebbe già un grande progresso!
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